Villa Shelley

Restauro Parco Storico, San Terenzio, Lerici (2010-2022)

Il progetto di restauro di Parco Shelley è in estrema sintesi improntato al recupero dell'immagine storica del giardino e alla rivisitazione di quelle parti in cui non sia percepibile l'impronta originaria. La creazione delle parti di giardino contemporaneo prende le mosse dalla reinterpretazione dello spirito romantico del poeta inglese, sia su un piano linguistico che su un piano squisitamente botanico. Infatti da una parte si lavora su un'immagine di giardino legata al periodo romantico mentre dall'altra si vanno ad utilizzare delle specie che erano in voga nel secolo XIX.

Il progetto tiene anche presente rapporto del giardino nella sua configurazione attuale con il contesto, ovvero con il suo legame al sistema di villa rappresentato da villa Marigola. Infatti un percorso ancora oggi percorribile collega questo parco al resto del complesso.

La descrizione dell’intervento parte dal punto di accesso sul lungo mare di San Terenzo. Come meglio specificato nell’art. 160 del Capitolato il muro sud e l'ingresso necessitano di opere di attento restauro da eseguirsi con maestranze specializzate che abbiano comprovata esperienza in cantieri di restauro. I lavori descritti sono da eseguirsi anche sul pilastro e sul relativo capitello al limite levante del muro sud. Sui capitelli e sui riccioli, e stucchi in genere si procederà ad un preconsolidamento delle superfici particolarmente degradate, o con pellicola pittorica in fase di stacco, con applicazione di prodotto consolidante applicato a spruzzo, a pennello o ad impacco, eventualmente con uso di carta giapponese, al fine di consentire le successive operazioni di pulitura. Il prodotto preconsolidante non dovrà fissare i materiali estranei depositati sulla superficie pittorica, così da renderne difficoltosa la pulitura, né limitare la possibilità di penetrazione del prodotto da usare nel definitivo consolidamento successivo. Con silicato di etile. Si procederà quindi alla rimozione di depositi superficiali incoerenti (quali terriccio, guano, polvere) a secco con pennellesse e piccoli aspiratori, inclusi gli oneri relativi alla protezione delle superfici circostanti e alla rimozione di depositi superficiali coerenti, incrostazioni, concrezioni, fissativi alterati mediante applicazione di compresse imbevute di soluzioni di sali inorganici, carbonato o bicarbonato di ammonio; inclusi gli oneri relativi ai saggi per la scelta della soluzione e dei tempi di applicazione idonei e alla successiva rimozione meccanica dei depositi solubilizzati mediante pennellesse, spazzole, bisturi, specilli. Successivamente si dovrà procedere al ristabilimento della coesione mediante impregnazione per mezzo di pennelli, siringhe, pipette, a seguito o durante le fasi della pulitura; inclusi gli oneri relativi alla rimozione degli eccessi del prodotto consolidante, nei casi di decoesione, con silicato di etile, mediante applicazione fino a rifiuto. Dove necessario si eseguirà l'integrazione plastica di parti mancanti del modellato in stucco al fine di restituire unita' di lettura all'opera o anche di ricostituire parti architettoniche o decorative strutturalmente necessarie alla conservazione delle superfici circostanti. In questa operazione si intendono inclusi gli oneri di rimozione di eventuali parti circostanti incoerenti, e gli oneri relativi ai saggi per la composizione di malte idonee per colorazione e granulometria, all'esecuzione di calco in silicone e di copia in vetroresina o malta; esclusi quelli relativi al posizionamento e all'incollaggio e/o imperniatura delle parti ricostruite integrazione con malta lavorata sul posto.

Per quanto riguarda il restauro di sagome o cornici e cornicioni e altre modanature presenti, comprendenti rimozione delle parti incorenti, accurata pulizia dei supporti, preparazione degli stessi per facilitare l'ancoraggio dei materiali di finitura; ricostruzione delle sagome mediante applicazione di malte di calce tirate a carrello.

Sia sui capitelli e sui riccioli, e stucchi in genere che sulle cornici e modanature si eseguirà la finitura dei motivi ornamentali con due riprese di latte di calce (grassello), pigmenti minerali sciolti in acqua di calce (affresco) o caseina ed infine si procederà ad una protezione superficiale mediante applicazione di prodotto protettivo; da valutare, per ciascuna applicazione, al mq sui mq interessati dall'operazione; inclusi gli oneri relativi al successivo controllo dell'assorbimento ed eliminazione delle eccedenze di resina dalla superficie con polisilossano.

Per quanto riguarda le superfici murarie, dal momento che presentano delle discontinuità è necessario stabilire una coesione che sia in grado di assicurarne la funzione strutturale oltre che l'estetica, si procederà quindi con il riempimento dei buchi presenti nella muratura in mattone con mattoni pieni di analoghe caratteristiche dei pre-esistinti e con malta espansiva tipo “Emaco” o equivalente, al fine di ripristinare la continuità del muro stesso.

Per eliminare le parti incoerenti si picchetterà il vecchio intonaco, finalizzata alla preparazione delle

superfici all'applicazione di intonaco compreso il calo ed il carico su qualsiasi mezzo di trasporto discarica ed i necessari ponteggi provvisori. Nelle parti a bozze, in corrispondenza dei pilastri, si procederà alla posa di intonaco completo per facciata con finitura a bozze, con aggetto delle stesse fino a 3 cm di spessore e fuga da 2 a 3 cm, previa spazzolatura del paramento di muratura di laterizio per eliminare le parti non coese, bagnatura fino a saturazione e rinzaffo generale con malta. Nelle specchiature dell'esedra e lungo i muri si stenderà intonaco strollato eseguito con malta cementizia, mentre sulla zoccolatura si stenderà intonaco strollato con inerti di maggiori dimensioni avendo in questo modo su questa parte una finitura più rustica.

In alto sull'esedra è presente una fascia intonacata con una grana più fine, questa fascia sarà realizzata con intonaco di facciata arenino dello spessore di 4/5 mm su intonaco pre-esistente. L'accesso attualmente avviene attraverso alcuni scalini. Varcato il cancello ci si troverà in una piccola piazzetta in acciottolato a disegno (art. 152) da cui si potrà godere della vista del parterre: un ampio tappeto erboso spartito dal vialetto in ghiaino (art. 151) e semplicemente profilato. Presso l'ingresso e l'esedra verrà posto un acciottolato a semplice disegno di ciottoli artificiali in marmo bianco e nero nelle rispettive proporzioni del 30 e 70 %,

Per l'esecuzione dei percorsi si procederà dapprima con lo scavo di sbancamento eseguito in terreno di qualsiasi natura e consistenza con escavatore della potenza per una profondità di cm 35, a seguire Dopo la formazione di un sottofondo di 10 cm in materiale drenante sarà formato un letto di malta semiumida, previa spolveratura di cemento dello spessore di 6 cm circa, formata con 300 kg di cemento R 32,5 per metro cubo di sabbia di fiume compresa la bagnatura, segue la posa in opera di ciottoli in coltello che verranno battuti per permettere il consolidamento della malta e il fissaggio dei ciottoli, conclude il lavoro il lavaggio finale per asportare il sovrappiù di inerte e legante.

Il vialetto sarà completamente drenante e quindi per prima cosa si procederà con lo scavo di per una profondità di cm 40, sul fondo dello scavo sarà posto uno strato di separazione in tessuto non tessuto in filo continuo poliestere, in rotoli o fogli dello spessore di mm. 2,4 (kg/mq. 0,4) con fogli che si sormontino l'un l'altro per almeno 10 cm, poi sarà opportunamente steso il sottofondo costituito da materiale di fiume o di cava steso a strati, di varia granulometria come da indicazioni della tavola 5 moderatamente innaffiato, compattato e cilindrato con rullo da 14-16 t, fino al completo assestamento ed al raggiungimento della quota prescritta. Spessore del sottofondo 35 cm., sarà posto un altro strato di separazione TNT in filo continuo poliestere, in rotoli o fogli dello spessore di mm. 1,5 (kg/mq. 0,25) con fogli che si sormontino l'un l'altro per almeno 10 cm, e infine lo strato di finitura di minimo 3 cm in ghiaietto tondo di fiume detto 'pisellino' di diam. compreso fra 1,2/1,8 cm, rullato e compattato. Spessore del manto di finitura in pisellino cm 3

La posa sarà eseguita come da disegno esecutivo o a seguito delle istruzioni che verranno impartite dalla Direzione Lavori. Il disegno della posa è illustrato nelle TAV.5 del Progetto Esecutivo
Il prato sarà realizzato 10 cm più in alto del percorso in modo da permettere un ottimale drenaggio, vialetti saranno separati dal prato mediante apposita cordolatura in ardesia (art. 155) operandosi la provvista e posa in opera di cordolatura in abbaini in ardesia da 57 x 23 cm spessore 1 cm. Tali elementi saranno inseriti per una profondità di 13 cm fra la sede del vialetto e il prato durante la stesura dell'ultimi strati di sottofondo di tout-venant e costituiranno risvolta per il TNT del vialetto. Si eleveranno dal vialetto per circa 10 cm in modo da contenere il prato e permettergli di mantenere una quota di 10 cm più alta rispetto al vialetto stesso in modo da essere ben drenato.

sarà profilato da A sinistra e a destra la macchia di pittosphoro verrà ripristinata e potata in modo da ricreare la quinta di vegetazione che sfuma il confine del giardino, al di sotto delle piante, ormai filate, saranno messi a dimora dei tapezzanti da ombra, Liriope muscari, per ottenere un verde di battuta per il prato ed evitare lo sviluppo di infestanti.

Nel giardino le parti dedicate ai pittophori e agli arbusti in genere sono delimitate da cordolature realizzate in “spugna”. Dove manchino alcune parti queste cordolature esse devono essere ripristinate utilizzando il più possibile le pietre presenti in sito mediante il riposizionamento e il restauro delle cordolature. Le parti mancanti e le nuove a progetto devono essere ricostruite utilizzando rocce “spugna” analoghe per colore, forma e dimensione alle pre-esistenti. (art. 154).

Il pittosphoro sul lato ovest sarà anche esso mantenuto, circa metà di questo lato gli arbusti saranno potati per fare posto ad un un piccolo spazio ellittico in acciottolato destinato ad ospitare una scultura e delle sedute in pietra. A questo spazio si potrà accedere tramite un vialetto di ghiaino ortogonale al percorso centrale.

Sul lato est il pittosphoro attualmente si presenta in condizioni peggiori, è alto e filato ma procedendo verso monte è stato soffocato dai rovi, il progetto prevede l'eliminazione degli arbusti e la presenza di una pergola che ripropone la tipologia della pergola locale (vedasi “Studio del verde intercluso nel centro storico di Lerici” autori Pozzoli – Spina). La pergola (art. 159) permetterà uno spazio di frescura in un luogo aperto e assolato.

Il fondale del parterre sarà costituito da un palco, una pedana in pietra a cui si accedere tramite una scarpata, incorniciato da un teatro di verzura: uno spazio scenico in cui evocare la poesia e l'azione teatrale (art. 158). Oggi il prato incolto è utilizzato come cinema estivo all'aperto, un telone e una pedana in legno e tubi Innocenti è quanto finora è bastato a soddisfare questa funzione, ma la poesia e il teatro nel giardino di un poeta sono di casa, allora diamo a questa funzione la nobiltà che le spetta. Inoltre questo è proprio il punto di transizione fra il giardino pianeggiante, aperto solare e la selva erta, oscura, drammatica. E' necessaria una cesura, per conservare le due nature proteggerle l'una dall'altra. Il pittosphoro che un tempo rispondeva a questa esigenza oggi è filato e snaturato della propria funzione, la scarpata non necessita di modifiche rilevanti, oltre alla creazione di un passaggio in piano fra le quinte e il fondale, una nuova siepe di tasso da crescere alta e in forma sarà in grado di svolgere ottimamente la funzione.

Il passaggio dietro le quinte del teatro e per accedere al palco sarà realizzato in una pavimentazione ecologica (art. 153) ottenuta mediante l’impiego del terreno naturale presente in sito o riportato, miscelato con acqua e uno stabilizzante per terreni in betoniera. Esistono prodotti specifici di varie marche da cui dipende il dosaggio, variabile dal 3 al 5 % sul peso del terreno, corrispondenti mediamente a circa 60-100 kg per mc. Il vialetto dovrà presentarsi del colore della terra presente in loco e avrà caratteristiche fisiche di compattezza. Il drenaggio è assicurato dalla mescola utilizzata in modo da evitare la formazione di ristagni e pozzanghere. La stesura finale prevede inoltre la sagomatura o profilatura della sede stradale, compresa la sopra citata compattazione del terreno trattato con mezzi adeguati, fino al raggiungimento di una densità di compattazione consigliata non inferiore al 98% (AASTHO Modificata). Questo tipo di pavimentazione dovrà presentare una minima pendenza verso valle per assicurare una lunga durata all'opera diminuendo il più possibile l'umidità del manufatto.

Fornitura e posa in opera di un sistema stabilizzante in polvere fibrorinforzato da miscelare in sito con terreno presente.
Lo stabilizzante è costituito da un premiscelato in polvere, contenente fibre di polipropilene che non richiede aggiunta di calce o cemento e, a lavoro ultimato non dovrà alterare l'aspetto iniziale del terreno dal punto di vista cromatico.La lavorazi£one dovrà conferire alla pavimentazione realizzata caratteristiche di portanza, resistenza all'usura e irreversibilità.

La realizzazione dovrà avvenire secondo le seguenti modalità, esecuzione di prove di laboratorio del materiale da stabilizzare (Curva granolumetrica, Limiti di Atterberg, prova di compattazione, CBR naturale e CBR a diversi dosaggi) al fine di stabilire il corretto dosaggio del materiale e l'idoneità del terreno da trattare, una volta stabiliti i dosaggi si procederà con fresatura di terreno in sito o riportato per uno spessore di almeno 10 cm, sul terreno sarà distribuito e miscelato lo stabilizzante, il dosaggio, precedentemente determinato potrà variare fra il 3 e il 5% sul peso del terreno, successivamente si bagnerà la superficie stradale fino al raggiungimento dell'umidità ottimale per la compattazione, segue fresatura finale sagomatura e profilatura della sede stradale e compattazione del terreno con mezzi adeguati fino al raggiungimento di una densità di compattazione non inferiore al 98% (AASTHO modificata) dopo almeno 24 ore si completa effettuando una compattazione statica di lisciatura della superficie.

Per accedere alle quinte sarà realizzata una scala in calcestruzzo, (art. 157) il trattamento di finitura lo renderà simile ai gradini adiacenti attorno al dado in marmo verrà infatti lavato in modo da lasciare l’inerte in vista.
Sulla sinistra attualmente una scala in blocchetti di calcestruzzo consente l'accesso al ripiano mediano, da cui due scale in pietra, una a destra e una a sinistra conducono in alto. La scala di sinistra è morbida e avvolgente, sale sinuosa per la collina adattandosi al terreno, la scala di destra è veramente originale e tipica del giardino: il parapetto in rocaille comprende tre alzate e ed è formato in modo da accompagnare la scala come un bracciolo accompagna il divano, la rende comoda, accogliente. L'aggettivo tipica è stato usato nel senso di tipicizzabile, ovvero riconducibile ad un tipo di scala riproducile altre volte nel giardino. E' anche possibile che al posto della scala in

blocchetti prefabbricati prima ci fosse un'altra scala così. Inventarsi un altro tipo di scala (moderna?) sarebbe un inutile esercizio di stile e introdurrebbe 'troppe note' nel giardino, quindi è sembrata la cosa migliore riproporre questa scala al posto della attuale scala in blocchetti. A sinistra saranno piantate le ortensie, pianta tipica del giardino ottocentesco.

La nuova scala (art.156) sarà composta di 16 gradini con alzata e pedata in lastre di pietra serena e 4 gradoni laterali realizzati in grottesco. La posa dei gradini in pietra avverà con malta di cemento per il fissaggio e la stuccatura dei giunti, la realizzazione dei fianchi in grottesco prevede l'impiego di malta in cemento. In primo luogo è necessario demolire la scala in blocchetti di cemento presente in sito sul cui sedime sarà realizzata la nuova scala.

Sulla struttura in cemento armata con una rete elettrosaldata 150x150, con filo di diametro da 8 mm, viene realizzata la scala in pietra serena o in pietra medicea con la fornitura e posa di numero 16 alzate di dimensioni 20 x 10 x 150 per cordonata, lavorate a subbia, rigato leggero, sabbiate trattate con permanganato, con becco di civetta, e numero 48 lastre per 16 pedate 20 x 50 x 5 fiammate, sabbiate, trattate con permanganato,che andranno poste con la faccia superiore complanare alla testa dell'alzata lavorata a becco di civetta. Successivamente saranno realizzati i gradoni laterali per i quali dovrà essere disponibile pietra di cava di pezzatura da 5 a 20 litri delle stesse caratteristiche di quella presente in sito. Le pietre adatte si trovano presso le cave locali e devono avere le stesse caratteristiche di grana, colore e dimensione delle preesistenti. Una cava certamente adatta è quella che è ancora presente a Romito, lungo la strada che dalla piana di Sarzana conduce a Lerici. Prima della fornitura i campioni dovranno essere presentati alla D.L. che ne verificherà la corrispondenza alle caratteristiche estetiche e funzionali e l'accostamento fra le lastre dei gradini e le pietre irregolari dei fianchi. Nel caso in cui non sia disponibile sul mercato una pietra locale adatta sarà possibile l'utilizzo di pietra serena o pietra medicea anche per la costruzione dei fianchi in grottesco. Sarà necessario procedere alla stuccatura, profilatura e stilatura dei giunti di muratura a vista. La scala trova pianerottolo nel dado in marmo ottagonale a quota 3,88. Da tale dado in marmo si accede all'area inghiaita attraverso due gradini in marmo presenti su 5 facce dell'ottagono, essendo una faccia dell'ottagono combaciante con la scala stessa è necessario riprodurre i due gradini sulle restanti due facce mediante provvista e posa in opera di conglomerato cementizio, classe di consistenza S4 per strutture armate.