Villa Rosazza

Restauro Parco Storico, Genova (2018)

La villa Rosazza oggi proprietà del Comune di Genova in concessione a RBC Russian Ballet College S.r.l. fu fatta edificare nel secolo XVI dai nobili Dinegro, poco lontano dal Palazzo del Principe. La villa fu detta lo ‘Scoglietto’ per la posizione sul mare e per alcuni muri in scoglio che si trovavano ancora al suo interno.

La costruzione fu avviata intorno al 1555 per volere di Ambrogio Di Negro, LXXVesimo Doge della Serenissima Repubblica di Genova. Quando il fondo passò ai Durazzo subì nuovi e importanti restauri grazie al conte Giovanni Luca nel 1787.

L’attuale prospetto dell’edificio è quindi opera dell’architetto genovese Emanuele Andrea Tagliafichi; i quadri in risalto, i putti che sostengono le ghirlande e gli altri ornamenti si devono allo scultore genovese Nicolò Traverso.

Il parco che presenta strutture di giardino neoclassico, era stato progettato nel ‘700 dall’architetto genovese Emanuele Andrea Tagliafichi con giardini all’italiana e giardini all’inglese di maggiore estensione.

Nel parco di questa dimora un tempo c’erano statue, fontane e giochi d’acqua, particolarmente apprezzati erano certi alberi rari. Il parco si estende sula collina che è stata terrazzata per impiantare il giardino secondo gli stilemi settecenteschi.

Un tempo, il giardino partiva dal litorale e saliva per arrivare fino all’ingresso, ma il parco, con le sue statue e le splendide terrazze fu tagliato per costruire la ferrovia Genova – Torino, nel 1850/54, e da quel momento la continuità con il mare andò persa fino alla progressiva obliterazione di ogni memoria a causa del riempimento per la costruzione della strada a mare e l’avanzare del porto.

Il giardino all’italiana e l’ampio parco presentano ancora oggi piante d’ogni tipo e stupende soluzioni decorative. La villa ha un terrazzo munito di balaustre marmoree che segna oggi il confine tra villa e ferrovia. Gli ultimi proprietari della villa furono i Rosazza in seguito la villa divenne proprietà pubblica.

Masterplan-progetto preliminarem restauro del giardino storico e riuso aree esterne

I punti secondo cui si sviluppa il progetto sono:

  • reazione di un roseto a spaliera sul ripiano a quota maggiore

  • ripiano piscina: recupero giardino, sistemazione percorsi a tappeto erboso, eliminazione di palme avventizie e piante non coerenti, creazione di zona a stare nella parte retrostante la villa zona levante

  • monitoraggio e indagini sul fenomeno di abbassamento del livello del terreno lato levante (effetto clessidra sui cunicoli storici di drenaggio)

  • recupero ripiano esedra levante piano primo

  • recupero ripiano giardino segreto piano primo

  • manutenzione delle zone antistanti la villa piano terra

  • Il masterplan individua lotti di intervento e le progettazioni da svilupparsi singolarmente dando un ordine di priorità per lo svolgimento dei lavori

  • Il masterplan illustra e proporre gli interventi per il risefounding.

Il progetto di restauro del giardino

Il giardino di Villa Rosazza è stato suddiviso in una zona a parco pubblico a monte e una zona di pertienza dell’edificio della villa, quest’ultima è oggetto del presente progetto. La zona si sviluppa su quattro livelli:

1. Il livello al piano terra della Villa

2. Il livello al piano nobile, suddiviso dal corpo della villa in due porzioni di giardino

laterali ad est e ad ovest

3. La fascia inferiore di terreno a nord con accesso dall’ultimo piano

4. La fascia superiore a nord collegata mediante scala esterna.

Il progetto si basa su fonti archivistiche ed iconografiche conservate presso le biblioteche cittadine e riportate nella relazione storica. Il giardino della villa era stato concepito come un giardino all’italiana su terrazze tipico della moda cinquecentesca di cui era figlio. Villa, giardino e parco formavano un organismo unico, tanto più evidente nella struttura cinque-seicentesca articolata ai diversi livelli del terreno e aperta sui terrazzamenti e sui loggiati angolari.

Nel 1787 il Tagliafichi, nella importante ristrutturazione della Villa, operò nel giardino e nel bosco con grande fantasia, come testimoniano entusiasticamente i commentatori ottocenteschi, creando architetture naturali, filari di alberi, aiuole, fontane, boschetti di piante rare.

Il progetto parte da queste testimonianze per conoscere il progetto del Tagliafichi e riportarlo alla luce.

È da considerare che il giardino ha subito un lungo periodo di abbandono e che la manutenzione del giardino restaurato dovrà risultare sostenibile per evitare che pochi anni di gestione non ottimale lo riportino come a dopo l’ultimo intervento di manutenzione straordinaria. Si è optato per proposte filologicamente corrette, ma preferendo le soluzioni a minor manutenzione. È stato ritrovato un rilievo vegetazionale che era stato alla base di un precedente studio della scrivente, questo rilievo risale al 2003, ed è veramente impressionante come in soli quindici anni il giardino si sia drammaticamente impoverito.

Dallo studio è emerso come ogni terrazzamento e ogni zona avesse un proprio carattere:

  • Piano terreno zona ovest: il giardino delle palme

  • Piano terreno zona est: piccola area per fioriture

  • Piano nobile zona ovest: giardino segreto, accessibile solo dal salone

  • Piano nobile zona est: area caratterizzata dalla presenza di una grande canfora

  • Scalone esterno: collezione delle camelie

  • Primo ripiano superiore: giardino degli agrumi

  • Secondo ripiano superiore: giardino delle pergole vive e delle architetture vegetali

Il progetto prevede innanzi tutto il riordino vegetazionale del giardino con l’eliminazione di essenze infestanti, il controllo tramite VTA delle alberature esistenti e il monitoraggio della fauna entomologa eventualmente presente sulle palme. Se necessario si procederà quindi alla messa in sicurezza ed eventuale sostituzione delle alberature. Seguirà poi il reintrego degli esemplari mancanti di alberi e quinte vegetazionali, la ricostituzione delle collezioni (in particolare della scala delle camelie) e la ripiantumazione delle aiuole

Descrizione degli interventi sulla vegetazione:

  • Piano terreno zona ovest: il giardino delle palme

In questa zona si rilevano due criticità: la necessità di schermarsi dal tracciato ferroviario, la perdita di esemplari di palme che caratterizzavano questa zona del giardino. Si è pensato di schermare la ferrovia con una piantagione di erbacee, bambuseae, in grado di crescere in altezza senza costituire pericolo e in coerenza con la legge vigente sulle distanze delle piantumazioni dai sedimi ferroviari, proprio per questa normativa non sarà possibile re-inserire le pame perdute e si prevede quindi di reintegrare il palmizio con Chamerops humilis o Cicas revoluta.

  • Piano terreno zona est: piccola area per fioriture

Questa zona è molto limitata, è interessante per la sua vicinanza con l’accesso principale alla villa, presenta la criticità determinata dalla presenza della ferrovia. Si procederà alla schermatura mediante arbusti nei limiti di legge, integrando quelli già presenti, e introduzione di fioriture stagionali.

  • Piano nobile zona ovest: giardino segreto, accessibile solo dal salone

In questa zona la presenza di un piccolo grottesco e la caratteristica di inaccessibilità hanno suggerito la vocazione a giardino segreto, trattato quindi con una schermatura di arbusti e una interessante collezione di erbacee perenni coerenti con l’epoca del giardino.

  • Piano nobile zona est: area caratterizzata dalla presenza di una grande canfora

Quest’area risulta molto menomata nel suo disegno originario dalla divisione con la proprietà adiacente, per questo di pone l’attenzione sulla grande canfora che invece

riporta una unitarietà alla zona, si è previsto di giocare con le masse arbiustive per creare un cannocchiale verso la villa e la vista sulla lanterna.

  • Scalone esterno: collezione delle camelie

Quest’area richiederà particolare approfondimento per il restauro degli elementi architettonici, era sede della collezione di camelie e si ripropone tale collezione.

  • Primo ripiano superiore: giardino degli agrumi

Il primo ripiano superiore era caratterizzato dalla presenza di spalliere di agrumi di cui rimangono pochi esemplari che saranno reintegrati, sempre però nell’ottica della bassa manutenzione, non potendo in inverno ricoverare le piante si preferiscono piante resistenti alle basse temperature. La zona est ha una buona presenza di palme e una schermatura di palme nane che verrà completata e riportata simmetricamente rispetto allo scalone, commentata con una borduna di agapanti. Le pavimentazioni saranno ripristinate in ghiaino sciolto come le originarie.

  • Secondo ripiano superiore: giardino delle pergole vive e delle architetture vegetali

Questo ripiano era sede di alberature e sipi topiate, alcuni autori riportano la presenza di pergole, per questo si è pensato di utilizzare il Morus platanoides che forma una pergola viva, in modo da ricreare con maggiore naturalezza e minore manutenzione la conformazione della architettura vegetale orginaria.