Giardini Baltimora

Progetto di rigenerazione urbana (2017-2022)

I giardini Baltimora sono stati un caso studio di rigenerazione urbana per un centro cittadino di grandi dimensioni. Prima dell’intervento erano nel contempo una zona ad altissimo potenziale (ecologico, sociale e culturale) ed un elemento di forte degrado, un’occasione quindi di ottenere un risultato consistente con risorse relativamente limitate. Realizzare un esempio di percorso di rigenerazione urbana è stata la motivazione che ha condotto il Comune di Genova a credere in questo progetto e partecipare al bando di Compagnia di San Paolo.

Compagnia di San Paolo ha scelto il progetto insieme ad altri 7, su un totale di 119 presentati al bando “Restauro Ambientale Sostenibile - Modelli sostenibili per la rigenerazione, la protezione e la valorizzazione del patrimonio naturale” finanziandolo per il 75% a fondo perduto. Il progetto è la terza e ultima tappa del percorso di riqualificazione e recupero dei giardini Baltimora, in passato in stato di degrado sociale e architettonico.

Il progetto complessivo è stato sviluppato in lotti esecutivi e riguarda anche la rinfunzionalizzazione dei piani terreni degli edifici moderni che affacciano sul parco, presupposto per ottenere una riqualificazione sociale del luogo.

La zona è importante sia sotto il profilo sociale come risorsa ricreativa per il tempo libero che come serbatoio di naturalità a favore di una rete ecologica urbana che dai parchi collinari dei forti arriva fino al mare verso le rotte di migratorie che necessariamente passano dalla città in quanto testata dei fondovalle appenninici.

I giardini Baltimora costituiscono il parco urbano centrale della città di Genova cerniera di congiunzione fra il centro storico di origine romana che si insediò nel castrum attuale piazza Sarzano e la nuova edificazione del dopoguerra che sorse in sostituzione del quartiere di via Madre di Dio. Purtroppo la mancata connessione con piazza Dante ha reso il parco defilato e poco fruito e quindi serbatoio di pericolosità sociale. Per questa ragione attraverso i fondi per la sicurezza del 2019 si è attivato un progetto di rifunzionalizzazione dei piani terreni degli edifici moderni sul perimetro di levante per ottenere una presenza costante con funzione di presidio e una dotazione di telecamere e sistemi di chiusura dell'area verde nelle ore notturne. Dopo aver provveduto a creare i presupposti economico sociali per la rinascita, il presente di paesaggio ha preso in considerazione i problemi ambientali legati alla copertura arborea e alla dotazione verde in termini di masse arbustive. La copertura arborea è stata inserita negli anni di impianto circa una settantina di anni fa, senza tenere conto né dell'inserimento nel paesaggio, né delle caratteristiche ecologico- ambientali, né della manutenzione, sono presenti infatti delle piante totalmente estranee al contesto biogegrafico mediterraneo e ad esse si sono aggiunte nel tempo piante invasive; inoltre, spesso le piante sono state messe a dimora con sesti d’impianto troppo ravvicinati e quindi sono cresciute con un rapporto fra ampiezza della chioma e altezza del fusto non proporzionato, diventando troppo alte e instabili. La copertura del sottobosco non era continua, creando ruscellamento e dilavamento e quindi innescando fenomeni erosivi (accentuati dall’acclività del versante). Inoltre, il sottobosco era costituito non da specie nemorali ma da specie erbacee infestanti e ruderali o da una copertura erbacea che avrebbe richiesto irrigazione e sfalci onerosi; in mancanza di manutenzione la zona quindi appare incolta, con alte erbe nitrofile-ruderali (megaforbie), arbusti e graminacee cresciute a dismisura, diventando schermo e nascondiglio per attività illecite.

Inoltre al di sotto della zona pianeggiante del parco è presente una importante arteria di traffico e un parcheggio pluripiano questo determina una fonte di inquinamento che va ad impattare sulla zona attraverso le griglie di areazione poste lateralmente all'edificazione.
Il progetto ha previsto la messa in sicurezza delle alberature con la sostituzione delle piante instabili, malate o morte, l’implementazione della dotazione a verde in termini di arbusti e specie tappezzanti nel sottobosco, la creazione di una fascia a verde di mascheramento e di filtro fitodepurante in corrispondenza delle griglie di areazione, la rigenerazione delle aree prative con specie erbacee che non necessitino di irrigazione e a bassa manutenzione.

Aspetti innovativi del progetto
Il progetto puntava alla creazione di un’area verde sostenibile (soprattutto in termini di gestione e manutenzione), ad alta efficienza ecologica, mediante l’utilizzo di specie autoctone, capaci resistere agli stress ambientali (aridità e alte temperature estive, enfatizzate dalle problematiche legate al climate change) e di mitigare gli stress urbani (inquinamento atmosferico e inquinamento acustico). I sesti d’impianto delle formazioni vegetali, che traggono ispirazione da fitocenosi naturali, hanno permesso di creare un parco che costituisce un reale elemento della rete ecologica di collegamento fra costa e colline, rendendo più efficiente la mitigazione dell’isola di calore urbana e creando le condizioni per un aumento della biodiversità vegetale ed animale e dei servizi ecosistemici. A tal proposito, sono stati implementati non solo i servizi di supporto e regolazione, ma anche i servizi culturali e sociali, creando uno spazio di ricreazione, relazione e di intensa attività educativa e ludica.