Collina del Castello di Lerici

Progetto di riassetto paesaggistico, La Spezia (2018 ad oggi)

L'intervento in progetto si propone di riportare la situazione attuale ad una biocenosi il più possibile simile a quella presente nel momento di apposizione del regime di tutela.
Alla completa eliminazione della vegetazione infestante, che comprende anche le lianose del sottobosco e i rovi, seguirà la messa a dimora di piante mediterranee che dovranno ricolonizzare il pendio. Se il pendio venisse lasciato incolto, verrebbe presto riconquistato dalle specie infestanti vanificando il lavoro compiuto.

Per rendere possibile questa nuova situazione di equilibrio ecosistemico è necessario, prioritariamente, eliminare completamente le piante infestanti alloctone, in quanto la loro permanenza anche in una minima percentuale si è rivelata insostenibile per un corretto assetto ecologico e paesaggistico dell’area, in relazione alla loro aggressività e capacità di sottrarre spazio alle altre piante.

L’eliminazione delle infestanti non sarà certamente agevole, sempre in relazione all’aggressività delle specie in oggetto; tale operazione dovrà comunque comprendere operazioni puntuali di devitalizzazione sulle ceppaie e/o sulle foglie nuove (nate dopo il taglio); ne consegue che l’intervento, per essere efficace, dovrebbe essere comunque realizzato in un periodo esatto, corrispondente alla ripresa vegetativa delle piante (marzo-aprile-maggio).

Una volta liberata la scarpata dalle infestanti si provvederà agli interventi di ripristino della vegetazione autoctona, mediante messa a dimora delle nuove piante, operazione che, necessariamente, dovrà tenere conto della presenza della rete paramassi (che dovrà certamente essere mantenuta in sito, per mantenerne la funzionalità).

Non potendo intervenire meccanicamente sul terreno per la presenza della rete, una ipotesi di intervento può prevedere la realizzazione di piccoli terrazzamenti, con riporto di terreno, sui quali insediare la vegetazione; tali “terrazzamenti” potranno essere ottenuti ad es., mediante applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica, mettendo a dimora le piante in sacche di terreno fertile, ottenute con rete biodegradabile in fibra di cocco e saldamente ancorate al terreno (con picchetti) ed alla rete paramassi.

Tali strutture, di limitate dimensioni unitarie (altezza massima di 50-60 cm. da terra) ma distribuite su tutta l’area, si integreranno con il pendio senza soluzione di continuità e senza che siano esteticamente percepibili, dando avvìo al processo di colonizzazione del versante .
Una alternativa (da valutare anche in termini di costo e possibilità di trasporto del materiale) è quella di realizzare strutture analoghe ma con la tecnica della palificata in legname a doppia parte, realizzando, anche in questo caso, delle strutture riempite di terreno, dove inserire la vegetazione. In entrambi i casi, tali strutture saranno, nel corso di pochi anni, del tutto rivestite dalla vegetazione e nella naturalità dell’intervento.
Le radici della piante poste a dimora potranno legarsi alla rete paramassi e penetrare il terreno sottostante, ancorandosi ad esso.

Le piante utilizzate saranno tutte scelte nell'ambito delle specie mediterranee o naturalizzate in ambiente mediterraneo, in modo da migliorare l’assetto paesaggistico e massimizzare la possibilità di avvìo di un processo di colonizzazione ed evoluzione naturale del soprassuolo, riducendo anche le necessità di manutenzione, a medio e lungo termine.

Le specie saranno scelte principalmente fra quelle della macchia mediterranea costiera fra cui :

Spartium junceum L., Arbutus unedo L., Myrtus communis L., Phillirea angustifolia L., Pistacia lentiscus L., Pistacia terebinthus L., Rhamnus alaternus L., Nerium oleander L., Carpobrotus acinaciformis L.(Bolus) , Euphorbia dendroides L., Lonicera caprifolium L.

A fianco della scalinata e nella zona sottostante la terrazza del castello saranno messe a dimora macchie compatte e bordure continue di specie maggiormente vocate per caratteristiche estetiche e fioriture, con inserimento di:

Carpobrotus acinaciformis L.(Bolus) Rosmarinus officinalis L. Lavandula angustifolia L. Rosmarinus prostratus, Aloe vera, ferox L. Agave attenuata Chamaerops humilis L. Helycrisum italicum L.

L’intervento potrà essere completato con la posa di alcuni pini d’Aleppo (Pinus halepensis Mill., specie spontanea e molto rustica) all’interno del versante, ed alcuni cipressi comuni (Cupressus sempervirens L.) posti alla base del muro del Castello, ricreando un elemento caratteristico del paesaggio ligure e creando una forma di contrasto (con il portamento colonnare) rispetto alla sistemazione del versante sottostante.